Ieri sera si è tenuta la riunione (on-line) dell’associazione e non abbiamo potuto fare a meno di aprirla condividendo fra di noi un pensiero per Nadia De Munari.
Per chi non lo sapesse Nadia era una missionaria laica di 50 anni, attualmente impegnata nella baraccopoli di Nuevo Chimbote (Perù).
Giorni fa è stata trovata agonizzante, assalita a colpi di machete o con uno strumento simile a un’ascia, nel suo letto nel centro Mamma Mia, una delle case famiglia volute da padre Ugo De Censi nell’ambito dell’Operazione Mato Grosso.
Aveva delle brutte ferite alla testa e una frattura al braccio destro. Dopo un primo ricovero all’ospedale di Chimbote hanno dovuto portarla alla clinica giapponese-peruviana di Lima per un intervento chirurgico delicatissimo.
Ma Nadia non ce l’ha fatta.
Sperando che venga fatta chiarezza su quanto accaduto, a noi, che condividiamo quello che siamo certi essere stato il suo spirito missionario, interessa molto ricordare come è stata fra noi, anziché come se ne è tragicamente andata.
A 25 anni, nel 1995, Nadia, originaria di Schio, è partita ed è andata in missione come volontaria “permanente” della ong Operazione Mato Grosso. Tutta la sua vita sarà dedicata al prossimo e alla formazione dei più piccoli. Fino alla sua tragica aggressione si occupava della gestione di sei asili e una scuola elementare e assisteva anche alcune ragazze.
L’amore e l’impegno per gli altri, che hanno caratterizzato tutta la sua vita, sono il classico esempio di come il mondo della solidarietà e della missione sia fatto di tanti piccoli semi lanciati, ma soprattutto coltivati, da persone come Nadia. I frutti e i fiori di questi semi stanno germogliando già e riempiranno il Perù di bellezza. Incontrando certi fiori, certe donne e certi uomini che sono state bambine e bambini in cui qualcuno ha creduto e investito energie, come Nadia, appunto, pensiamo all’impegno e, soprattutto, allo smisurato amore che c’è stato dietro e ammiriamo questi fiori e questi frutti che stanno contribuendo a un mondo più bello, più sano e più giusto.
Il mondo che sogniamo è fatto di semi, di cura e amore e di tenacia nello spuntare fuori da terreni ostili. Non tutti, ma davvero molti, nel silenzio, hanno la capacità di vedere fiori e frutti dove molti vedevano solo terre aride.
Serena Ricci
Ass. Amici del Perù