Parole Sudamericane
Parole sudamericane e’ una collezione di recensioni di libri che ruotano intorno al mondo Sudamericano
Le recensioni sono a cura dei membri dell’associazione
Niente Miracoli a Ottobre
Finalmente arriva anche in Italia, grazie ad ed. SUR, il peruviano Oswaldo Reynoso. Non era mai stato tradotto, fino ad adesso, nessun romanzo di quello che è uno dei maggiori scrittori della sua generazione. Nato ad Arequipa nel 1931, Reynoso occupa da sempre una posizione atipica nella letteratura peruviana, non pubblica molto, ma la sua produzione è tra le più brillanti e significative del paese. Il suo lungo silenzio letterario, che andò dal 1970 al 1993, fu dovuto anche alla sua esperienza in Cina come professore e correttore di bozze. “Volevo vivere in un paese socialista e avevo l’impressione che qui avrei trovato la felicità” dichiarò poi, ammettendo anche che le sue aspettative furono disilluse. Nel 2007 rivendicò il suo marxismo in un’intervista a El Hablador, rimarcando la posizione militante presa nel primo numero di Narracion ed evitando di esprimersi su Sendero Luminoso. Reynoso, nonostante le tante accuse politiche, ha sempre preferito evitare le polemiche e continuare a lavorare scrivendo ed occupandosi del laboratorio di scrittura creativa che tiene a casa sua nel quartiere limeno di Jesus Maria. Oggi edizioni SUR ci presenta “Niente miracoli a ottobre” romanzo suburbano che si svolge in una sola giornata, dalle otto di mattina alle nove e ventidue di sera, durante la processione del Signore dei Miracoli. Accolto con sconcerto e disapprovazione quando uscì a metà degli anni sessanta, soltanto pochi intellettuali ne riconobbero il reale valore, come il nobel Mario Vargas Llosa, che, ricordiamolo, politicamente ha sempre preso strade distanti anni luce da Reynoso. Quello che senz’altro spiazzò critica e pubblico fu il registro della parlata popolare, ma ancor di più la comparsa di personaggi gay e di giovani che si prostituiscono per il piacere dei potenti.
La vera protagonista del romanzo è, in realtà, la città di Lima con tutti i suoi contrasti, vista da un occhio che mette in campo senza dubbio la sua passione politica, oltre ad una prosa molto raffinata, che rivela un ossessivo lavoro sulla lingua.
Il Paese sotto la pelle
E’ la passione la vera protagonista de “Il paese sotto la pelle”. Non impressiona infatti la vita di Gioconda Belli con gli amori, gli ideali e i sogni che ne fanno parte, ma la vera e sincera passione per la vita che le sue pagine sprigionano. Il libro, uscito ormai da diversi anni, è una sorta di biografia dell’autrice che racconta la sua lotta politica insieme al fronte Sandinista, l’amore per il suo paese, il Nicaragua, e la sua vita, la vita di una donna che si ostina a rimanere tale anche nelle circostanze più estreme e ci regala delle pagine che ogni donna dovrebbe leggere!
“Non concepisco una vita migliore di quella vissuta con entusiasmo, dedicata alle utopie, al rifiuto ostinato dell’inevitabile del caos e dello sconforto. Il nostro mondo, ricco di potenzialità, è e sarà il risultato dello sforzo che noi, i suoi abitanti, gli consacreremo… Il futuro è una costruzione che si realizza nel presente, e per questo concepisco la responsabilità verso il presente come l’unica responsabilità seria verso il futuro. L’importante, me ne rendo conto ora, non è vedere tutti i propri sogni realizzati, ma continuare ostinatamente a sognarli.”
Così si legge nel suo libro e queste righe, secondo me, riassumono tutta la sua opera e tutta la sua vita.
Una donna che si immerge nella vita con passione, violenza e ostinazione e la vive la vita, vive il suo paese, vive la sua gente. Si cala a capofitto nelle vicende che le accadono intorno, si innamora in modo viscerale, viene assalita da paure devastanti.
Queste pagine aprono una finestra su un paese affascinante e sulla sua gente, ma soprattutto sono la testimonianza e l’esempio per tanti popoli che si vedono devastati e stravolti da guerre o da politiche sbagliate e prepotenti che negano il diritto alla dignità e all’autodeterminazione di un popolo. E la vita di Gioconda è la testimonianza e l’esempio per tante donne in tante parti del mondo che solo per il fatto di essere donne si vedono private dei loro sogni, delle loro speranze, dei loro ideali e dei loro diritti.
I nostri diritti se non ci sono concessi vanno strappati di mano a chi ce li nega con i mezzi più disparati. A volte si nega la dignità in modo plateale e sfacciato, a volte in modo molto più sottile, tanto da scomparire fra la monotonia della vita di tutti i giorni…
“Due cose che non ho deciso io hanno determinato la mia vita: il paese in cui sono nata ed il sesso con il quale sono venuta al mondo…”
Serena Ricci
La Tregua
Il regalo più bello che potesse farci una casa editrice per questo Natale è senz’altro la ripubblicazione di: “La tregua” di Mario Benedetti. Questo prezioso regalo ce l’ha fatto la “Nottetempo” ed è stata ampiamente ripagata dall’inimmaginabile successo che la ristampa di questo romanzo del 1960 ha avuto. Complice è stato senza dubbio il positivo giudizio che Roberto Saviano ha espresso spontaneamente sui social network, affermando che “in questo libro tutti i sentimenti della vostra vita vengono elencati, identificati, rinominati e vi stupirete, nel leggerlo, di aver davvero provato tutto quanto avrete provato.”
Ed è proprio così, un turbine di emozioni già provate e che riproverete, il favoloso romanzo dello scrittore Uruguayano.
Si parla della vita di Martìn Santomé, un impiegato schiacciato dalla noia della routine giornaliera, vedovo e padre di tre figli. Una noia piatta e monotona, spezzata solo dall’arrivo in ufficio della giovane Avellaneda, per la quale comincia a provare un amore nuovo e con la quale vivrà una relazione clandestina. E così la vita sorprende di nuovo Martìn e noi che viviamo tutto questo con lui pagina dopo pagina, che non ci lasciamo schiacciare dalla banalità insieme a lui.
Un classico della letteratura sudamericana che ha nel tempo ritrovato nuova vita al cinema grazie a Sergio Renan nel 1974 e in teatro, radio e televisione grazie a diversi riadattamenti.
“La Tregua” è forse il modo migliore per avvicinarsi alla grandezza di Mario Benedetti, scrittore che ci ha stupiti in ogni campo, dal giornalismo, al racconto, al romanzo, senza dimenticare la poesia.
Serena Ricci
Tungsteno
E’ un vero e proprio grido di denuncia, quello che il peruviano Cesar Vallejo lancia attraverso il suo romanzo “Tungsteno”. A più di ottant’anni dalla sua prima pubblicazione, l’opera appare ancora come fresca e di estrema attualità e guida il lettore verso una presa di posizione che deve esserci ad ogni costo. La scrittura è chiara e visuale, ma sopra ogni cosa è politica. Ci troviamo di fronte al tipico romanzo sudamericano di denuncia. Siamo nel Perù di inizio novecento, a Colca, quando arrivano i nordamericani della Mining Society che hanno acquistato le miniere di tungsteno della zona. Nella zona comincia un giro di affari mai visto prima, il lavoro è talmente tanto da dover impiegare lavoratori delle zone limitrofe. Ma la ricchezza ha un prezzo da pagare che è quello della schiavitù e dell’invasione della pachamama.
Si tratta dell’unico romanzo del grande peruviano Cesar Vallejo e non potrà mancare nelle librerie di tutti coloro che amano la narrativa sudamericana o, semplicemente, il Perù. La pubblicazione è a cura di edizioni Sur e sul sito della casa editrice (www.edizionisur.it) è possibile, come sempre, leggerne un estratto.
Serena Ricci
L’Amore Stregone
Ci sono storie d’amore tanto banali che non ti andrebbe proprio di leggerle. Non ti avvicineresti mai ad un libro con una trama tutto sommato delle più classiche se non fosse che quel libro l’ha scritto Roberto Arlt. Mi sono imbattuta, infatti, nella lettura di “L’amore stregone”, solo e soltanto perchè l’autore è lui. La trama risulta carina, ma non travolgente: Siamo in Argentina a fine degli anni venti. L’ingegnere Estanislao Blader, sposato e con figli, si infatua di un’adolescente, la quale regge il gioco per qualche appuntamento, per poi sparire. Estanislao, anziché cercarla, sceglie di aspettarla e di fantasticare così su quello che potrebbe essere. La tenacia e la fantasia di Estanislao sembrano essere premiate quando Irene lo contatta e tutto riparte da dove si era fermato. Inizia così una intensa riflessione sul matrimonio, sul tradimento, sulle convenzioni sociali, come solo il più grande narratore argentino poteva fare. Lo stile è scorrevole, anche se Arlt decide di seguire, anziché la cronologia, il percorso mentale del protagonista, così da non permetterci mai di capire dove sta la realtà e dove la finzione e non consentirci di parteggiare appieno con l’uno o con l’altro personaggio.
Il titolo dell’opera prende il nome dal balletto su musica di Manuel De Falla “El amor brujo”, andato in scena per la prima volta nel 1915. Ma la nota più interessante di tutte è che a pubblicare quest’ultima opera di Roberto Arlt in Italia è stata la casa editrice pisana Intermezzi. Una vera chicca nel loro già interessante catalogo.
Serena Ricci
Anelito Andino
E’ uscito ” Anelito Andino”, raccolta di foto e di racconti sul Perù a cura dell’ associazione.
Anelito Andino è una mostra fotografica, articolata su 35 pannelli. Racconta, attraverso le fotografie, volti, colori, storia e tradizioni del Perù vissuti in dieci anni di viaggi. La mostra è accompagnata da un catalogo che oltre alle foto raccoglie le testimonianze di chi quei viaggi li ha fatti in quegli anni, quindi sensazioni emozioni persone italiane e peruviane insieme. E’ stata allestita per la prima volta nella galleria del comune di Capannori a cavallo tra il 2009 e il 2010, ma si rende disponibile per altre location così da far conoscere meglio l’associazione e il suo operato.
Chi fosse interessato ci puo’ contattare per piu’ informazioni.
Il segreto dei suoi occhi
Il film “Il segreto dei suoi occhi” di Juan Josè Campanella vince nel 2010 l’oscar come miglior film straniero e la si può definire una vittoria interamente argentina, visto che il film nasce dal romanzo omonimo di Eduardo Sacheri. La storia si svolge in Argentina a fine anni Sessanta, precisamente nel 1974, anno della morte di Peron, e vi si trova già insidiato il seme della dittatura che verrà. Con uno stile narrativo convenzionale ed essenziale Sacheri narra di Benjamin Chaparro, funzionario ormai in pensione, che, dopo 25 anni dall’archiviazione di un caso sull’uccisione di una giovane donna, decide di scavare nel passato rivivendo le indagini e le ricerche di un tempo. Tornano a galla il suo segreto amore per Irene ed i sensi di colpa per l’omicidio di un amico. Sacheri viene dal genere del racconto, molto popolare in Sudamerica, ma mai abbastanza apprezzato in Italia ed infatti questa è la sua unica opera pubblicata nel nostro paese. Lo stesso scrittore ha collaborato alla sceneggiatura del film, uscito nelle sale nel 2009, assieme al regista. Senz’altro la trasposizione cinematografica ha avuto un successo maggiore di critica e pubblico, ma il romanzo rimane un buon noir con una solida trama.
Serena Ricci
Nasce SUR
Mi trovo, con immenso piacere, tra le mani i primi tre volumi della nuova casa editrice indipendente SUR. SUR è un progetto editoriale nato per dar voce alla letteratura latinomericana contemporanea e classica e fa il suo esordio sugli scaffali delle librerie con Ernesto Sabato ed il suo “Prima della fine”. Il volume traccia il percorso culturale e umano del grande scrittore argentino. La nascita di SUR è segnata da un racconto intimo di uno dei più grandi scrittori del sudamerica e prosegue con “I fantasmi” di Cesar Aira, autore di circa settanta romanzi e considerato da “El Pais” uno dei dieci scrittori argentini più importanti. La terza delle opere che inaugurano SUR è “Scene da una battaglia sotterranea” di Rodolfo Fogwill, scritta in soli tre giorni durante la guerra delle Malvine è la storia di chi combatte soltanto per sopravvivenza e non per un’ideale o per la patria. Il testo si scaglia “contro una maniera stupida di pensare la guerra e la letteratura” e rappresenta un grande capolavoro di un autore tutto ancora da scoprire in Italia. SUR nasce in un’epoca particolarissima per il libro e sembra essere il progetto editoriale più interessante di questi ultimi anni per chi ama la letteratura sudamericana e la letteratura di qualità. Un modo di concepire il libro vecchio stile che fa felice il lettore esigente e strizza l’occhio a quanti vogliono riscoprire la letteratura per ciò che era e dovrebbe essere.
Serena Ricci
Jaime Bayly
Niente a che vedere con le atmosfere sognanti e mitiche alla García Màrquez o le finzioni intellettuali della cerchia borgesiana, i due versanti più noti e rappresentativi della letteratura sudamericana. Jaime Bayly, che rappresenta oggi una delle voci più importanti della narrativa peruviana e sudamerica, tanto da essere definito da Vargas Llosa stesso come il suo erede letterario, tratta temi scomodi e lo fa in modo diretto e senza mezzi termini. Bayly, dopo aver abbandonato la carriera universitaria e aver lavorato al quotidiano La Prensa di Lima, si è affermato come presentatore televisivo e come autore di romanzi, suscitando ampio scandalo con l’uscita del suo primo libro nel 1994: No se lo digas a nadie.(uscito in Italia per Sellerio nel 2003), dove vengono trattati i temi dell’omosessualità e della diffusione della droga nelle classi abbienti della società peruviana, dalla quale lui stesso proviene. Il romanzo non è privo di riferimenti autobiografici, tanto che la famiglia tentò di impedirne la pubblicazione. Nel 1998 Francisco J. Lombardi ha girato un film tratto da: “Non dirlo a Nessuno”. L’affilata critica all’alta società peruviana è il tema centrale di tutte le opere di Bayly e la si trova anche negli altri due romanzi tradotti in Italia da Angelo Morino per Sellerio Editore: “L’uragano ha il tuo nome” e “La canaglia sentimentale”. Una voce nuova e irriverente senz’altro da provare per scoprire in quale direzione sta andando la narrativa sudamericana di oggi.
Serena Ricci
I genietti della domenica
Si sa, il racconto non è un genere letterario che spopola in Italia e così succede che uno dei maestri indiscussi di questo genere torni ad essere pubblicato nel nostro paese, dalla casa editrice romana La Nuova Frontiera, a partire da uno dei suoi tre romanzi: I genietti della domenica. Il caso poi vuole che questo signore, Julio Ramon Ribeyro, sia uno dei nomi di spicco della letteratura sudamericana e più precisamente peruviana e che quindi desti il nostro interesse. Si tratta di uno dei pochi sudamericani della generazione del “boom” che ancora non è adeguatamente conosciuto, complice anche il suo carattere schivo e appartato, come se il suo fosse soltanto un bisogno di scrivere intimo e personale. Resta comunque uno dei pochi, insieme al nobel Vargas Llosa, a fondare una geografia letteraria della città di Lima moderna ed il suo “I genietti della domenica” segna l’inizio della narrativa urbana sudamericana. Il protagonista del romanzo è Ludo, che il 31 dicembre si trova nel suo ufficio ed è alquanto annoiato. Smette improvvisamente di scrivere il ricorso al quale stava lavorando da anni, lancia un grido e comincia a scrivere le proprie dimissioni. Da quella sera stessa Ludo si getta a capofitto nella vita e ne vengono fuori le gesta di un fallito, che si perde in avventure letterarie, amorose, lavorative e che sempre si concludono con una frustrazione. Un romanzo che ci lascia soltanto in attesa di leggere i suoi racconti, ma che ci introduce benissimo nel mondo di quest’autore nato e morto a Lima, che ha trascorso la sua vita fra il Perù e Parigi.
“Non ti preoccupa scrivere da trent’anni e aver raggiunto una fama così minuscola?”
“Certo. Mi piacerebbe scrivere altri trent’anni per essere completamente sconosciuto.”
Serena Ricci
Canto che amavi
In questi giorni, le donne sono state protagoniste della nostra attualità… alcune hanno reagito scendendo in piazza, altre facendo valere i loro diritti, altre ancora semplicemente indignandosi o prendendo forti e ben decise posizioni . Ma da sempre le donne hanno fatto sentire la loro voce in ogni parte del mondo affermando il loro vero e reale valore… Una delle donne più “vere” a mio giudizio viene proprio dal sudamerica ed è stata la prima donna latinoamericana a vincere il Nobel per la letteratura. Gabriela Mistral, poetessa, educatrice e femminista cilena ha segnato alcune delle più significative pagine della letteratura sudamericana, divenendo un vero e proprio punto di riferimento per le donne del suo paese e non solo. Oggi la casa editrice Marcos Y Marcos fa uscire “Canto che amavi”, una raccolta di poesie scelte che ben rende gli ideali di cui la Mistral si è fatta portavoce, tracciando un’immagine limpida e concreta di un paese, il Cile, che l’ha fortemente amata. La Mistral parla dell’ amore, del dolore, della natura, della felicità, della vita a tutto tondo. Lo fa con una musicalità che difficilmente si ritrova nella poesia di altre personalità. La raccolta è arricchita con sei fotografie di Paz Errazuriz, una delle più celebri fotografe cilene e dal testo originale a fronte che permette di cogliere appieno tutto il ritmo e la suggestione che la Mistral è riuscita a trasmettere.
“… Stanotte non ha vegliato
come me accanto alla lampada;
dato che non sa, non punge
il suo cuore la mia ansia;
ma magari tra il suo sonno
passa odore di ginestra,
perchè una povera donna
ha il suo viso tra le lacrime!…”
Serena Ricci
Inno alla Vita di Alex Zanottelli
Contenuto:
Alex Zanottelli fa parte della schiera di missionari e missionarie ai quali sta a cuore la sorte dei poveri e che hanno la vocazione di portare loro buone notizie.
Alex è uno che i sentimenti, le esperienze, le convinzioni che lo muovono, non se li tiene dentro.
Li grida, anche.
Dalle periferie di melma e di cartone, appellandosi a statistiche e ricerche ma soprattutto alla sua fede, si rivolge a gruppi, associazioni, famiglie, giovani e adulti per invitarli a nuovi stili di vita.
Il Regno di Dio è l’ultima strada percorribile per evitare di correre verso la catastrofe, per trasformare la convivenza umana in un Inno alla vita.
L’oro del Perù: la solidarietà dei poveri di Armido Rizzi
Contenuto:
Il passato del Perù ci parla di gloriose civiltà pre-colombiane, di filoni d’oro che stuzzicavano l’avidità dei colonizzatori europei, di ignoranza e miseria morale capaci di scoraggiare l’approccio evangelico da parte di non pochi missionari.
Oggi, esaurito il “profumo dell’oro” che costituiva per noi la ricchezza di quel paese, riscopriamo i valori etici e religiosi che gli Indios delle Ande coltivavano da secoli prima dell’arrivo del bianco e che avevano fatto pensare ad alcuni saggi missionari che quelle popolazioni dovevano essere già state evangelizzate a suo tempo da qualche Apostolo.
L’autore, teologo e scrittore, ha visitato il Perù ed ha scoperto quale è la ricchezza del suo popolo: la solidarietà dei poveri.
All’interno di un discorso sulla liberazione, in cui i poveri devono essere non solo oggetto e destinatario, ma soggetto e attore, i Peruviani possono trovare nella carne viva della loro cultura, che ha vinto i secoli e le colonizzazioni, la forza per creare un nuovo domani.
E noi, una nuova ricchezza cui attingere per il nostro vero progresso.
La solidarietà andina a cura di Armido Rizzi
Contenuto:
Questo volumetto intende introdurre alla comprensione della solidarietà andina, attraverso cinque saggi di diversa fattura e di reciproca integrazione. La rivisitazione dei miti e delle tradizioni precolombiane si accompagna all’analisi delle attuali regole che sottostanno allo scambio sociale in Perù, e in particolare sull’esperienza urbanistica e organizzativa di Huaycàn, un agglomerato urbano nato per “invasione” alla periferia di Lima, e che rappresenta un’esecuzione – imperfetta, certo, e difficoltosa – di quella coniugazione di utopia e realismo che è una delle ambizioni delle nostre Edizioni.
La profezia della Curandera di Hernan Huarache Mamani
Contenuto:
Kantu è giovane, bella, piena di interessi e di entusiasmo. Vive a Cuzco, una città del Perù, e trascorre le sue giornate tra lo studio, gli amici, le feste. Non conosce nulla delle antiche tradizioni andine, della scienza della Pachamama, degli insegnamenti dei curanderos. Non la interessano. Un giorno, un evento inatteso sconvolge il suo universo, costringendola a confrontarsi con una realtà a lei incomprensibile. La sua storia, una storia vera, fatta di amori e delusioni, di fatiche quotidiane e di grandi sogni, ci apre il cuore. Ci dimostra che è possibile trovare in se stessi la forza, il coraggio, la volontà per cambiare il proprio destino. Ci insegna che occorre spezzare le gabbie che ci circondano per poter tornare a volare e ritrovare l’armonia perduta.
La fiamma di Machu Picchu romanzo di Antoine B. Daniel
Contenuto:
Dopo aver subito con superstizioso timore il duro dominio degli spagnoli, gli Incas iniziano a reagire. Manco, il nuovo imperatore, raccoglie un esercito e assedia la città dove si sono asserragliati i fratelli Pizarro. Ma la guerra sembra destinata a prolungarsi senza fine. Anamaya consulta gli dei, e apprende che il popolo Inca è destinato a soccombere agli invasori e a scomparire. Solo il suo spirito sopravviverà nella statua del Fratello Doppio, in attesa di una nuova alba. Dovrà essere la stessa Anamaya, insieme all’uomo che gli dei hanno scelto per lei, a condurre la statua a Machu Picchu, la Città Segreta. Per Gabriel il Puma e per la strana fanciulla dagli occhi azzurri inizia così un avventuroso cammino. Quando la statua sarà giunta a destinazione, e tutti gli abitanti di Machu Picchu partiti, tra le vette immerse nel silenzio rimarranno solo i due giovani: saranno loro e i loro discendenti a mantenere viva la speranza di rinascita del popolo più coraggioso della Terra.
Sobrietà di Francesco Gesualdi
Contenuto:
E’ possibile uscire da un modello che tanto ci opprime, fatto di beni spesse volte superflui, consumati in solitudine, con una qualità della vita in fin dei conti povera e deludente? Si può vivere bene facendo a meno delle cose che non ci sono utili? Gesualdi delinea un piccolo ma ambizioso manifesto delle alternative in grado di disegnare un nuovo orizzonte immaginativo. Si tratta di scelte concrete e quotidiane, praticabili fin da subito da noi cittadini del Primo mondo, purché si assuma come nuovo principio la rinuncia del ‘troppo’. Possiamo coniugare la sobrietà con la piena occupazione e la garanzia dei bisogni fondamentali per tutti? Si può passare dall’economia della crescita all’economia del limite, facendo vivere tutti in maniera sicura? Questo libro dimostra che ciò è possibile purché si mettano in atto quattro rivoluzioni che riguardano gli stili di vita, la tecnologia, il lavoro e l’economia pubblica. C’è il modo di coniugare equità e sostenibilità e la soluzione sta nel fatto che i popoli ricchi si convertano alla sobrietà e accettino uno stile di vita, personale e collettivo, più parsimonioso, più pulito, più lento, più adatto ai cicli naturali, in modo da lasciare ai poveri le risorse e gli spazi ambientali di cui hanno bisogno.
“Il cacciatore assente” di Alfredo Pita
Contenuto:
L’architetto peruviano Arturo Pereda, che in gioventù ha preso parte alla lotta armata contro il regime ed è stato costretto a rifugiarsi in Germania ove è approdato alla carriera di fotoreporter, torna dopo tanti anni a Lima per un reportage. Ma quello che si aggira estraniato per le strade della capitale peruviana e rivede i vecchi amici – Wilfredo Fuentes, personaggio combattivo tuttora impegnato nella lotta, Tito Rojas, avvocato delle cause perse, pericolosamente alla deriva tra alcol e ricordi, Sarah, l’amore di gioventù, Leonardo, amico tormentato e animale politico per eccellenza, e Laura, dolcissima e comprensiva amica di un tempo – è un uomo che ormai ha trovato nuove radici in Europa e che vorrebbe cancellare i legami, ancora scomodi e dolorosi con un passato inquietante.
Ma per uno strano scherzo del destino sarà proprio lui, che i compagni di lotta di allora chiamavano con il nome in codice di “Cacciatore”, a esser scelto per un’ennesima e forse definitiva battuta di caccia: perché tutti i suoi amici, ognuno a modo suo, qualcuno forse addiritura inconsapevolmente, gli chiedono di saldare i conti col passato. La missione che gli affidano è quella di trovare chi, vent’anni prima, li ha traditi causando il fallimento della rapina che doveva procurare finanziamenti alla guerriglia andina, la sparizione e la morte di alcuni, la fuga di altri e l’arresto dei restanti. La certezza angosciosa che la spia fosse uno di loro, un componente della loro stessa colonna, ha tormentato tutti per anni, insieme al rimorso per aver punito, forse, un innocente.
E’ così che Pereda inizia l’avventura, parte per un viaggio che è una continua fonte di sorprese e colpi di scena, si addentra, subendone il fascino irresistibile, in un’indagine poliziesca che lo mette in contatto con molti testimoni di quel periodo e gli fa girare mezzo mondo portandolo a Lima, Parigi e Brxelles per poi catapultarlo a Città del Messico per la decisiva resa dei conti.
“GLI INCA” di Carolina Orsini
La cultura inca affascina i lettori di tutto il mondo da anni e nel mese di Luglio scorso è uscito un nuovo volume dedicato a questo affascinante popolo che ha abitato la cordigliera andina. Un libro che non può mancare nelle librerie di quanti amano la storia del sudamerica e del Perù o che soltanto incanterà coloro che hanno avuto il privilegio di calpestare il suolo andino anche per un breve periodo. Si tratta di: “Gli Inca” di Carolina Orsini, pubblicato per White Star.
Un libro molto fotografico, di 208 pagine che va ad arricchire la collana “Storia e tesori di un’antica civiltà” che la casa editrice propone già da tempo.
Orsini aveva già pubblicato “” per Jaca Book nel 2007 e non è certamente la prima volta che si cimenta in questo argomento, ma si dimostra grande esperta di questa cultura.
Dal volume:
“Chi erano gli lnca? Come costruirono l’impero più vasto delle Americhe in meno di un secolo? Nonostante gli Inca siano la civiltà più nota dell’area andina, le ricerche sulle origini di questa cultura e sulla regione nella quale vennero ad affermarsi sono assai recenti. Avvalendosi delle più attuali conoscenze sul celebre popolo dei “Figli del Sole”, questo volume traccia un affresco di quella che fu una delle più affascinanti civiltà dell’America preispanica attraverso un percorso storico che si snoda dalle origini mitiche di questo popolo fino alla violenta conquista spagnola. Seguendo il tortuoso percorso del fiume Urubamba attraverso il cosiddetto Valle Sagrado, il cuore dell’impero, si illustrano i celebri luoghi archeologici dove, in un’incredibile fusione con il paesaggio, gli Inca seppero scolpire la loro storia attraverso la costruzione di strade, di ponti sospesi, di santuari, di città.”
Di Serena Ricci
“Le vene aperte dell’America Latina” di Eduardo Galeano
Dalla prefazione di Isabel Allende
“Conosco di persona Edoardo Galeano: è capace di produrre, senza sforzo apparente, un flusso interminabile di storie. È questo talento quasi soprannaturale nel raccontare e rendere così facile la lettura di “Le vene aperte dell’America Latina”, una specie di romanzo di pirati, come lui stesso lo ha definito una volta, persino per le persone che hanno meno dimestichezza con le questioni politiche ed economiche. Il libro scorre con la grazia di una novella ed è impossibile posarlo. Galeano denuncia lo sfruttamento con inflessibile ferocia, eppure il suo libro è quasi poetico nelle descrizioni che da della solidarietà e della capacità umana di sopravvivere alle più atroci depredazioni. C’è una forza misteriosa nella narrazione di Galeano. Usa la sua arte per introdursi nella privacy della mente del lettore, persuaderlo a leggere e continuare fino alla fine, a soccombere al fascino della sua scrittura e al vigore del suo idealismo. Le grandi opere letterarie come questa svegliano la coscienza, riuniscono le persone, interpretano, spiegano, denunciano, documentano e provocano cambiamenti.”
“La donna della luce” di Hernan Mamani Huarache
Javier ha conosciuto il successo e la fama, l’amore e il dolore, ma il giorno della pensione si avvicina e lui sa di poter finalmente dedicare tutto se stesso a realizzare il suo sogno. Creare una scuola aperta a tutte le giovani menti, dove ragazzi e ragazze possano apprendere non solo le più avanzate tecnologie, approfondire gli studi in ogni campo del sapere, ma possano crescere riscoprendo i valori più profondi, ritrovare la via dello spirito e della consapevolezza. È un sogno che ha accarezzato per tutta la vita, rimandandolo di giorno in giorno per i tanti impegni di studio, di famiglia, di lavoro. Quello che Javier non sa è che la morte è pronta a tendergli un agguato. Per distruggere le sue speranze, per annientare la sua volontà. Ma lui non è disposto ad arrendersi. Condannato dalla medicina ufficiale, si avvicina a saperi antichi e scopre un mondo a lui quasi sconosciuto. Comprende allora che l’unica possibilità per lui è partire alla ricerca di Wiñay Marka, la città degli Immortali, dove sorge la fonte della salute e della vita. È un viaggio pericoloso e difficile, un viaggio nelle viscere della terra, durante il quale potrà godere della compagnia di Celestino, il suo amico d’infanzia, l’unico che conosce l’ingresso alle grotte, solo per una breve parte del tragitto. Poi dovrà affrontare da solo le sue paure, i lunghi, assordanti silenzi, la stanchezza, la fatica. Un percorso nel buio della terra e nel segreto del suo cuore, per ritrovare la luce che tutto può illuminare e scoprire un mondo possibile di pace e d’armonia. E accanto a donne in cui risplende la luce della conoscenza, ritrovare la forza e l’energia per realizzare i suoi sogni.
“Quaderni Peruviani” di Braulio Munoz
Al salone del libro di Torino ho avuto il piacere di assistere ad una conferenza di Braulio Munoz, scrittore peruviano che ha pubblicato in Italia per l’interessante casa editrice Gorèe. Nello specifico l’autore ha presentato il suo ultimo lavoro: “Quaderni peruviani” un romanzo ambientato tra Lima e gli Stati Uniti, paese in cui si trasferisce il protagonista del libro (e paese di adozione dell’autore stesso) e dove si trova a ricostruirsi una nuova vita ed una nuova identità.
Nel libro Munoz fa i conti con il grande fenomeno della diaspora sudamericana e con il problema delle radici. Come ha confessato l’autore stesso questo è il primo romanzo scritto da lui in inglese, anziché nella sua lingua madre, proprio per voler condividere con il protagonista la lacerante esperienza della rimozione dell’identità, cosa che spesso avviene a chi si trova a trasferirsi in un altro luogo e a ricostruirsi una vita nuova, priva di collegamenti con il proprio paese di origine e con il passato. Munoz in realtà ha scritto un vero e proprio romanzo sull’identità, sul vero io e sulla mancanza di una bussola morale. Un libro profondo e toccante, ma anche scritto con una prosa scorrevole e incalzante. Nell’incontro con i lettori l’autore non ha mancato di trattare anche argomenti come le differenze culturali all’interno dello stesso Perù.
E’ da sottolineare anche il suo primo lavoro “Alejandro e i pescatori di Tancay”, sempre uscito con la casa editrice Gorèe, che ha pubblicato anche libri di altri autori P
peruviani e sudamericani.
Il suo catalogo è consultabile on-line su: www.edizionigoree.it.
Di Serena Ricci