Devo a Riccarda, come molte volte è accaduto in questi anni di amicizia, quest’ultima riflessione, a “valigie aperte”, mentre mi preparo a partire per un nuovo viaggio in Perù.
Che cos’è missionario e cosa non lo è?
In associazione ci siamo interrogati spesso su questo argomento perché il nostro gruppo è così eterogeneo e vario che lemotivazioni dell’impegno di ciascuno possono essere diverse da quelle degli altri. Diverso è anche, probabilmente, l’ideale di cooperazione e missionarietà che ci anima. Ma in questo sta la ricchezza e la forza degli Amici del Perù.
Missionario, per me, è ciò che apre il cuore all’incontro con l’altro.
E’ già missionaria, forse, la curiosità che ci spinge al viaggio, non tanto verso qualche meta vacanziera, ma verso la vita e la cultura di è lontano da noi, diverso da noi.
E’ missionario il tempo dedicato a qualcuno, speso per un progetto che non porta denaro, regalato ad un’ idea di solidarietà.
E’ missionario, per me, il reciproco incontrarsi e raccontarsi di persone che scelgono la pace e il dialogo come stile di vita.
E’ missionaria la gioia di vivere di Claudia, Francesco e Emanuele, che fanno famiglia, rinunciano alle certezze occidentali e scelgono il “nomadismo innamorato” di chi vuole sentirsi a casa ovunque nel mondo.
E’ missionaria la generosità di coloro che, pur rimanendo a casa, sostengono quotidianamente l’opera dei volontari, sentendosi parte di un unico progetto di solidarietà.
E’ possibile fare una scelta missionaria da soli?
Forse si, ma io sono felice di far parte di un’associazione che ha scelto, con coraggio e chiarezza, la strada della condivisione e della corresponsabilità.
Se una scelta di missione e di cooperazione spesso nasce nell’intimo della coscienza, quella stessa scelta diventa matura e responsabile solo quando incontra gli altri. Quando viene messa in discussione. Quando accetta il dialogo culturale. Quando suscita scelte di altre persone. Uguali. Diverse. Comunque non giudicabili.
E’ missionaria, per me, un’associazioneche sceglie di essere “cantiere aperto” e non si chiude alle idee e alle esperienze di chi si affaccia.
E’ missionario dare spazio alla creatività solidale, alla diversità, alla originalità.
Non è missionaria la chiusura. Non è missionaria quella supposta superiorità che ci porta, talvolta, a crederci migliori degli altri.
Non è missionaria l’imposizione di un ruolo o di un modello culturale.
E’ missionaria l’incoscienza di dare quel poco che si ha. Adesso.Senza aspettare di avere i forzieri pieni di denaro o di saggezza.
… E’ tempo di chiudere le valigie e partire. Sono le valigie del presidente. Lo dico con ironia, ma non devo dimenticarlo…
Ringrazio Dio per questa nuova opportunità di incontrare amici che vivono dall’altra parte del Mondo.
Come sempre, porto idealmente con me anche ciascuno di voi, che sostenete e amate questa nostra piccola associazione.
E’ questa condivisione, questa vicinanza, che ci consente di essere strumenti dei piccoli miracoli quotidiani che ogni giorno si realizzano in Perù.
A presto.
Marco Regattieri